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La Malattia di Fabry è una malattia multisistemica, caratterizzata da un ampio spettro di fenotipi clinici eterogenei. Sono state descritte varianti classiche e non classiche (note anche come atipiche o “late-onset”) della malattia.

Nella Malattia di Fabry “classica”, l’esordio dei sintomi e dei segni clinici si verifica spesso nell’infanzia o nell’adolescenza. Di contro, nella malattia non classica, i segni e i sintomi compaiono più tardivamente nel corso della vita, pur potendo mostrare una notevole variabilità. L’ampia varietà di fenotipi clinici documentati per entrambe queste forme della malattia fa sì che la diagnosi costituisca una sfida impegnativa. L’accumulo progressivo di GL-3 inizia precocemente nel corso della vita e continua per decenni.1 Tipicamente, il decorso clinico precoce della malattia comporta sintomi che incidono soprattutto sulla qualità della vita.

Complicanze della Malattia di Fabry

PRESENTAZIONE PRECOCE1

 COMPLICANZE TARDIVE2  

L’accumulo progressivo di GL-3 in vari tipi di cellule in tutto il corpo può portare a manifestazioni pericolose per la vita a carico dei reni, del cuore, del sistema nervoso e del sistema cerebrovascolare. Le complicanze renali, cardiache e cerebrovascolari più gravi, che possono diventare pericolose per la vita, si manifestano tipicamente entro la terza-quinta decade. Dato il loro ampio spettro e la natura non specifica, i segni e i sintomi della Malattia di Fabry possono essere trascurati e/o attribuiti ad altre cause. Ciò può causare un ritardo nella diagnosi e a quel punto il danno d’organo potrebbe essere già presente.1 Una diagnosi più precoce può agevolare una gestione adeguata della malattia e dei sintomi.

L’analisi dei dati relativi ai primi 1765 pazienti arruolati nel Registro Fabry dimostra che l’età tipica all’esordio dei sintomi e alla diagnosi è di 9 e 23 anni (nei maschi) e di 13 e 32 anni (nelle femmine), rispettivamente, a indicare l’esistenza di ritardi diagnostici in entrambi i sessi.3

La Malattia di Fabry può essere sospettata sulla base di uno o più dei riscontri clinici elencati sotto. In loro presenza, è necessario includere la Malattia di Fabry nella diagnosi differenziale:

  • Angiocheratomi.
  • Disfunzione cardiaca.
  • Sintomi gastrointestinali.
  • Intolleranza al caldo e al freddo.
  • Ipoidrosi/anidrosi.
  • Manifestazioni neurologiche.
  • Reperti oculari.
  • Dolore.
  • Manifestazioni renali.

La Malattia di Fabry è, inoltre, associata a una serie di segni e sintomi più generali, tra cui un peggioramento dello stato di benessere, della qualità della vita e delle prestazioni scolastiche/lavorative e una ridotta partecipazione ad attività ricreative; disturbi psicosociali e comportamentali; e scarso incremento ponderale.2

Progressione e prognosi

Il danno progressivo, organico e tissutale, associato alla malattia di Fabry può esitare in una riduzione significativa dell’aspettativa di vita. La sopravvivenza cumulativa mediana è di 50 anni nei maschi e di 70 anni nelle femmine, si verifica quindi una riduzione di 20 anni e 15 anni (rispettivamente) nella durata della vita rispetto alla popolazione generale.3,4

Impatto della Malattia di Fabry sulla durata media della vita utilizzando il metodo di Kaplan-Meier per l’analisi della sopravvivenza.

Adattato da rif. 3 e 4

Leggi anche:

Panoramica della malattia

Patogenesi

Epidemiologia

Aspetti genetici

Fenotipo classico e atipico

Bibliografia
  1. Desnick RJ, Ioannou YA, Eng CM (2014). α-Galactosidase A Deficiency: Fabry Disease. In Valle D, Beaudet AL, Vogelstein B, Kinzler KW, Antonarakis S.E., Ballabio A, Gibson K, Mitchell G (Eds).
  2. Wanner C. Clin Ther. 2007;29 Suppl A:S2-5.
  3. MacDermot KD et al. J Med Genet 2001;38:769–75.
  4. MacDermot KD et al. J Med Genet 2001;38:750–60.

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