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Articoli

Storie di vita reale di persone affette da T1D autoimmune¹

La progressione del diabete autoimmune di tipo 1 (T1D) è graduale, spesso la patologia è identificabile mesi o addirittura anni prima della comparsa dei sintomi.2-4 Grazie allo screening è possibile diagnosticare la condizione con largo anticipo.4 Leggi le storie di alcune persone che convivono con il T1D autoimmune e scopri quali sono i fattori di rischio da considerare quando si decide quali pazienti sottoporre a screening.

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Una revisione delle implicazioni cliniche della stabilità e della capacità predittiva dei livelli ematici degli eosinofili nella BPCO

Questo articolo descrive la stabilità e il valore predittivo dei livelli di eosinofili nel sangue nella BPCO, evidenziando il loro forte legame con il rischio di riacutizzazione. Livelli di eosinofili elevati possono guidare nella scelta di un trattamento personalizzato, compreso l'uso precoce di corticosteroidi per via inalatoria (ICS). L'integrazione della misurazione degli eosinofili nella pratica clinica di routine può aiutare a migliorare la gestione della malattia a lungo termine e gli outcome dei pazienti con BPCO.

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Avete bisogno di identificare il rischio di sviluppare il diabete autoimmune di tipo 1? Testate gli autoanticorpi!¹

Gli autoanticorpi anti-insula che hanno come bersaglio le proteine associate alle cellule beta fungono da biomarcatori dello sviluppo del diabete di tipo 1 autoimmune (T1D).2 Il numero di autoanticorpi rilevabili attraverso lo screening è correlato al rischio di sviluppare il T1D.1 I test per rilevare il T1D hanno dimostrato un'elevata sensibilità e specificità.3,4

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Come devono essere monitorati nel tempo i soggetti con autoanticorpi positivi al T1D?

I soggetti che risultano positivi a uno o più autoanticorpi delle isole pancreatiche devono essere sottoposti a un monitoraggio medico periodico, che comprende la valutazione regolare dei livelli di glucosio nel sangue e di HbA1c. È inoltre possibile informarli sui sintomi del diabete, sulla chetoacidosi diabetica (DKA) e fornire loro un supporto psicosociale per prepararli a una possibile diagnosi clinica di diabete di tipo 1 (T1D).1

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